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Mutui prima casa senza anticipo per i giovani

Il nuovo mutuo prima casa agevolato, senza anticipo, per i giovani under 35 potrebbe diventare realtà molto presto. «Ai giovani dobbiamo garantire welfare, casa e occupazione sicura. Ho parlato del piano per i giovani, le case e gli incentivi fiscali per i mutui», ha sottolineato il premier Mario Draghi nella sua relazione al Senato sul Pnrr (il Piano nazionale di ripresa e resilienza) a sua volta propedeutico all’accesso alle risorse del Recovery Fund della Ue. Futuro e giovani sembrano essere parole particolarmente ricorrenti nei discorsi del Presidente del Consiglio: e così nei piani del suo governo c’è l’obiettivo di facilitare agli under 35 l’acquisto di una casa.
Come funziona il nuovo mutuo

Per aprire un mutuo prima casa non servirà più un anticipo di tasca propria – questa l’idea – dal momento che a fare da garante ci penserà lo Stato. È quanto ha annunciato il premier Mario Draghi illustrando alla Camera dei deputati il programma per il Recovery Plan che sarà inviato a Bruxelles per ottenere i miliardi (oltre 200) destinati all’Italia. Il governo starebbe già lavorando per approvare il provvedimento con il prossimo decreto sulle imprese, che dovrebbe approdare in Consiglio dei Ministri la prossima settimana. Nella nuova misura per aiutare «i giovani a mettere su famiglia», come ha detto il premier Draghi, il mutuo per l’acquisto di una prima casa da parte degli under 35 potrà arrivare fino al 100% della spesa. L’agevolazione dovrebbe aggiungersi agli sgravi fiscali sull’accensione dei prestiti per l’acquisto della prima abitazione per i più giovani annunciati pochi giorni fa con il Documento di economia e finanza.
Un aiuto ai più giovani

Il costo delle abitazioni ha raggiunto prezzi insostenibili per molti lavoratori e lavoratrici giovani in rapporto ai salari correnti, ammesso che abbiano un lavoro stabile a tempo indeterminato per ottenere il prestito. Nel 1962, in pieno boom economico, un giovane operaio con uno stipendio di 50mila lire al mese poteva comprare un appartamento a Roma in un quartiere residenziale destinando il 50% della sua retribuzione all’acquisto dell’immobile di proprietà nell’arco di 21 anni, ovvero con proiezione di un mutuo ventennale. Nel 1972 gli sarebbero bastati 19 anni. Oggi, invece, un giovane che guadagna 1.600 euro – con un lavoro fisso – impiegherebbe 41 anni: la sua intera vita lavorativa, in sostanza, senza considerare la difficoltà di riuscire ad avere il cosiddetto posto fisso già prima dei 30 anni di età.

Il governo Draghi ha promesso di intervenire su questo aspetto che condiziona non poco la vita personale, relazionale e privata dei giovani e la stessa demografia italiana avvilita dal tasso di nascite più basso mai registrato nell’Italia unita dal 1861. Nel decreto Sostegni bis, che dovrebbe esser varato all’inizio della prossima settimana, potendo poggiare su uno scostamento di bilancio da 40 miliardi, è previsto il rifinanziamento del Fondo di garanzia per i mutui per l’acquisto e ristrutturazione prima casa, in essere al dicastero dell’Economia guidato dal ministro Daniele Franco. La novità è che ora dovrebbero potervi accedere solo i giovani under 35 per comprare una casa con un mutuo pari al 100% del valore dell’immobile senza dover versare in anticipo il 20% del valore, perché a sua garanzia interverrà lo Stato, forse erogando direttamente il contributo oppure con una garanzia presso le banche che consentirà loro di erogare finanziamenti per l’intero valore dell’immobile. Ancora non si conoscono i dettagli e la stima degli stanziamenti da destinare al provvedimento.

 

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